Il rosso
violaceo non ha un immediato riscontro nei detti popolari, se non usando suoi
sinonimi (come riportato nello step 4) come il porpora viola e il paonazzo. Ricordiamo allora i modi di dire e le
espressioni:
-“concedere/prendere la porpora”
(che significa concedere la dignità cardinalizia).
(che significa concedere la dignità cardinalizia).
-“Farsi paonazzo in viso”
(che fa riferimento al colore che assume il viso per eccessi emotivi o forti escursioni climatiche.)
(che fa riferimento al colore che assume il viso per eccessi emotivi o forti escursioni climatiche.)
Di Catone, invece, ci
giunge il detto:
“I ladri privati si mettono in carcere a vita,
e i ladri pubblici girano in porpora e oro”.
Ancora più
difficile è delineare un rapporto diretto del colore rosso violaceo con la
scaramanzia e la superstizione. Possiamo però esaminare separatamente i suoi
componenti, il rosso e il viola.
Il viola è spesso
considerato un colore lugubre e tassativamente non si indossa a teatro in Italia! Questo
perché nel medioevo le manifestazioni teatrali era sospese durante la quaresima
(viola è il colore dei paramenti liturgici in questo periodo) costringendo gli
attori a vivere in miseria.
Il rosso, invece, è
spesso considerato colore di buon auspicio: si pensi ai peperoncini oppure al
capodanno dove si usa indossare qualcosa di rosso per ingraziarsi la fortuna.
E il rosso violaceo?
Che sia un colore di buon auspicio ma
che mantenga in sé il mistero, la nostalgia e il velo di inquietudine del
viola.
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